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Attualità martedì 19 luglio 2016 ore 17:10

Così si valorizza la Doc della Maremma

Nel Consorzio gravitano 349 aziende per 4 milioni di bottiglie prodotte. Nei primi 6 mesi del 2016 prodotti circa 21.700 ettolitri, 32.260 nel 2015



GROSSETO — A cinque anni dal riconoscimento della Doc Maremma Toscana, i produttori hanno deciso di rivedere le norme che regolano e disciplinano la produzione dei vini che vengono racchiusi in questa denominazione relativa alla provincia grossetana. Una revisione che va a colmare alcune lacune esistenti a tutela e salvaguardia del marchio.

"Siamo soddisfatti di aver concluso positivamente e in modo così celere la prima parte di questo importante percorso, che porterà la Doc a un disciplinare di produzione più adeguato alle esigenze del mercato e del territorio'', dichiara Edoardo Donato, presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana. 

Le principali modifiche riguardano la revisione della base ampelografica prevista per la produzione delle tipologie Rosso e Bianco, eliminando la presenza obbligatoria di un solo vitigno prevalente (Sangiovese, per almeno il 40 per cento nel caso del Rosso, Vermentino e/o Trebbiano toscano, nel caso del Bianco) e consentendone la produzione con la presenza, da sole o congiuntamente, delle prime cinque varietà a bacca rossa e bianca più coltivate sul territorio, per un minimo del 60 per cento. 

Verranno, inoltre, ammesse e inserite nuove tipologie varietali e, in particolare, Cabernet Franc, Petit Verdot e Pugnitello.

Viene inoltre consentita la possibilità di presentare i vini della Doc Maremma Toscana con l'indicazione in etichetta di due varietà, che attualmente in Toscana rientrano negli Igt. 

Sarà introdotta la tipologia Rosato per il vino spumante e per alcuni vini varietali da uve a bacca rossa (Alicante, Ciliegiolo, Sangiovese, Merlot e Syrah) e la menzione tradizionale 'Governo all'uso toscano', che sarà utilizzabile solo per il vino rosso e per la tipologia varietale Sangiovese. Poi, diventato vini Riserva i Bianchi e i Rossi che sono invecchiati per due anni di cui almeno sei mesi in botti di legno. A fare la differenza sarà anche la restrizione dell'imbottigliamento alla sola zona di produzione e alle aree limitrofe. 

Le nuove regole, che si vanno ad aggiungere a nuove avvertenze tecniche, saranno applicabili, con molta probabilità, a partire dalla vendemmia 2017.


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