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Attualità mercoledì 01 maggio 2019 ore 17:18

Il giallo delle Pieve di San Nicola fa discutere

Pieve di San Nicola
Pieve di San Nicola

Firmato un documento da parte di esponenti del mondo della cultura per esprimere tutto lo sconcerto e la contrarietà all'intervento



CAPALBIO — Esponenti della cultura e professionisti si sono espressi circa il restauro della pieve di San Nicola a Capalbio.

Il loro pensiero è stato trasmesso tramite un documento firmato dove si dichiara lo sconcerto per la chiesa che è stata dipinta di colore giallo senape che si nota tra i tetti.

 «Quella facciata dipinta di giallo senape - così dicono i firmatari - ha cancellato completamente sulla facciata la decorazione a graffito del XVII secolo, questo su una chiesa tutelata dalla normativa vigente sui Beni Culturali, tanto che l'intervento, finanziato dall'8 x mille alla Chiesa, è stato autorizzato dalla competente Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena a ottobre 2018 dalla ex soprintendente, prima che fosse sospesa dall'incarico, e in teoria seguito dal funzionario competente di zona. Noi protestiamo contro un cosiddetto restauro che appare davvero sbrigativo, poco accurato, non preceduto da un esame tecnico-scientifico e storico adeguato e ci ripromettiamo di rimettere in discussione nelle sedi competenti un'operazione che di fatto ha alterato la pieve e il suo campanile sfigurando anche il paesaggio del borgo medioevale di Capalbio». 

Nei prossimi giorni - spiega Emiliani, presidente Comitato per la Bellezza- «chiederemo l'accesso agli atti della Soprintendenza di Siena».

L'architetto Andrea Butelli così spiega il lavoro: «le opere sono state realizzate a regola d'arte, in esecuzione del progetto di restauro regolarmente approvato e autorizzato, redatto in coordinamento e nel rispetto delle prescrizioni dettate dalla Soprintendenza. La scelta del materiale dell'intonaco e della finitura impiegate (malta secca a base di calce idraulica naturale, polvere di marmo e sabbie calcaree) e del colore, è stata basata sui risultati delle analisi chimico-fisiche condotte sugli intonaci originari delle facciate che includevano estesi lacerti di intonaco incoerente a base cementizia e diffuse stratificazioni cromatiche differenti. Lo stesso approccio ha guidato la scelta del colore».


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