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Cultura sabato 02 gennaio 2016 ore 14:18

Il diverbio tra Mazzini e Crispi dopo l'unità

Il volume racconta la corrispondenza tra Giuseppe Mazzini e Francesco Crispi e ripropone le tre lettere incentrate sul tema Repubblica e Monarchia



ROCCASTRADA — "Repubblica e Monarchia. Il diverbio Mazzini/Crispi". E’ questo il titolo del libro a cura di Guido Palamenghi Crispi che sarà presentato martedì 5 gennaio, alle ore 17, presso la Sala Filarmonica Popolare a Torniella, frazione di Roccastrada. 

Il volume racconta la corrispondenza tra Giuseppe Mazzini e Francesco Crispi e ripropone, in particolare, le tre lettere che i due si scambiarono tra il 1864 e il 1865 sul tema della Repubblica e della Monarchia, discutendo sugli eventi che avevano portato all'unità d’Italia, riconosciuta da entrambi come incompleta, e sulla forma di Governo che avrebbe dovuto guidare il Paese appena nato. Alla presentazione sarà presente, oltre all’autore, il sindaco di Roccastrada, Francesco Limatola.

Il libro presentato. La corrispondenza raccontata nel libro di Guido Palamenghi Crispi inizia dopo un intervento di Francesco Crispi alla Camera, avvenuto il 18 novembre 1864 e dedicato al trasferimento della Capitale da Torino a Firenze, che si concluse con “La monarchia ci unisce, la Repubblica ci dividerebbe”. Giuseppe Mazzini scrisse allo statista con una sorta di piccolo libro, editato in un'edizione scarnissima e ripreso da più giornali dell’epoca, a cui Crispi rispose a sua volta con un opuscolo che egli stesso definì “un programma politico", fatto stampare sia a Torino che a Napoli. Mazzini scrisse, poi, una seconda lettera che sancì definitivamente la fine dell'amicizia e della collaborazione tra i due patrioti.

Come si legge nella presentazione del libro, “Se la lettera di Crispi, che fu molto duro con Mazzini per la sua strategia che ha causato tanti ‘inutili’ morti, è più centrata su come si è arrivati all'Unità d’Italia ricordando successi e insuccessi e programmatica per il futuro del Paese, quelle di Mazzini, e in particolare la prima, sono un'amara riflessione sull'Italia di allora, per la quale lo stesso Mazzini riteneva responsabile del fallimento la Monarchia e la ‘piemontizzazione’ del nuovo Regno. Quello che colpisce è come l'Italia raccontata da Mazzini sia estremamente attuale: i mali di allora sono gli stessi di oggi, i problemi di allora sono ancora i nostri problemi”.


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