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Attualità sabato 17 dicembre 2016 ore 20:00

La doppia faccia del porto turistico

Una lettera di preoccupazioni per la pesca del rossetto e la tutela della posidonia, ma soprattutto per le sorti del porto che doveva essere un vanto



SCARLINO — Il Comitato "Il mare da tutelare" divulga l'appello di Renzo Fedi, una lettera che sarà consegnata anche ai sindaci di Follonica e Scarlino per segnalare quello che viene ritenuto un problema che da diversi anni caratterizza il porto.

"Mi riferisco al fatto che con il sopraggiungere della pesca al rossetto (aphia minuta), verso i primi giorni di novembre, il nostro porto turistico si riempie di grosse imbarcazioni da pesca prevalentemente giunte da Livorno e provincia che affittano i posti barca per poter pescare nel nostro Golfo ancora relativamente ricco di questo piccolissimo e ricercatissimo pesce. - si legge nella lettera - Ciò potrebbe sembrare un particolare insignificante ma se esaminiamo attentamente i fatti non è poi così scontato".

Il porto di Scarlino è un porto turistico, ha spiegato Fedi, sottolineando che gli utenti sono diportisti e non pescatori di mestiere. Nulla contro i pescatori, ma ogni anno "il porto diventa appannaggio di persone che non hanno assolutamente a cuore sia l'ambiente che la dignità di noi utenti in quanto giornalmente si assiste al carico e scarico di attrezzature, specialmente la sera al ritorno della pesca quando le banchine si trasformano in un'asta ittica che poco o niente si sposano con un porto turistico che da tempo si affanna cercando un rilancio di eccellenza, ma non solo. Spesso accade di vedere pescatori intenti a 'sguscellare' le reti danneggiate proprio davanti alle strutture residenziali e commerciali! Sovente i posti auto sono occupati dai pescatori con grave disagio dei regolari proprietari. Ma c'è di peggio, infatti, ogni anno, di questi tempi, spariscono dalle nostre imbarcazioni attrezzature da pesca, strumentazioni ed anche gasolio. Spessissimo le acque del porto sono inquinate da scie di carburante, sacchetti e pesci morti".

Fedi si domanda come mai perché cose del genere non accadono a Punta Ala o a Salivoli. "La risposta è semplice e scontata: queste strutture non affittano i posti ai pescatori! - e ha aggiunto - La legge permette l'ingresso di imbarcazioni da lavoro nei porti turistici solo in casi di mareggiate, di avarie e comunque casi di forza maggiore e/o calamità naturali ma non è possibile lo stazionamento prolungato per scopi diversi da quelli del diporto".

Attraverso questa lettera, che ha raggiunto il Comitato e raggiungerà anche i sindaci, emerge tutta la preoccupazione per l'immagine che con fatica si cerca di creare attorno al porto.

A questo aspetto si aggiunge anche la tutela del rossetto, base della catena alimentare di tutti i pesci. "Il mare del Golfo ogni anno - ha sottolineato Fedi - si impoverisce sempre più ed i nostri pescatori riescono a stento a strappare la giornata e si lamentano anche loro di questo tipo di pesca, tant'è che solo tre equipaggi nostrani sono impegnati in questo mestiere con piccole imbarcazioni. Questa pesca, inoltre, viene effettuata su fondali bassi che vanno dai 10 ai 20 metri di profondità e quindi sui banchi di poseidonia presenti in tali fondali e, pertanto, vietato dalla legge".

La soluzione? Secondo Fedi il divieto di stazionare o fermarsi, anche se a pagamento nel porto, alle imbarcazioni da pesca.


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